Mar 302011
 

Schermata-1

Mi sono imbattuto per caso in quella che considero una delle guide alla creazione audio più complete per Linux, e Stefano mi ha dato il permesso di ripubblicare il suo materiale che considero ottimo e che lui utilizza in quanto musicista.

Stefano è un utente di Ubuntu e la sua guida si basa su questa distribuzione, è molto attivo nella comunità italiana di Ubuntu, se volete fargli una domanda riguardante la sua guida, è possibile postarla in questo thread http://forum.ubuntu-it.org/index.php/topic,278719.0.html.

Potete trovare la parte 1 di questo tutorial qua

Questa è la parte 2, ho intenzione di ripubblicare la guida completa in 4 parti nei prossimi giorni.



5. Soundfont nella wavetable

Se avete una Sound Blaster della Creative Labs o una scheda sonora che supporti la funzione “Wavetable” (andate qui per vedere se ha tale funzione: http://www.alsa-project.org/main/index.php/Matrix:Main) potete caricare i soundfont direttamente nella memoria della scheda sonora, eliminando la necessità di dover usare QSynth e altre cose che spiego dopo.
Se non avete la funzione Wavetable o avete un sistema a 64 bit, saltate pure al punto 6.

Altrimenti, installiamo asfxload:

sudo apt-get install awesfx

Se volete usarli basta aprire la console e scrivere:

asfxload /usr/share/sounds/sf2/

nome_del_soundfont

Oppure se volete averli sempre automaticamente disponibili in Rosegarden andate nelle impostazioni e cliccate “Carica sound fonts all’avvio”, mettete asfxload come comando e/usr/share/sounds/sf2/nome_del_soundfont

Per esempio:

asfxload /usr/share/sounds/sf2/Unison.sf2

oppure:

asfxload /usr/share/sounds/sf2/PC51f.sf2

Non sognatevi di farlo con i fluid-soundfont perché sono enormi e ben oltre le capacità della vostra povera Sound Blaster.

Potete mettere uno dei comandi succitati in Sistema → Preferenze → Applicazioni d’avvio, per caricare i suoni direttamente all’avvio.

N.B.: a causa di un fastidioso bug hardware nei chip delle vecchie SoundBlaster, asfxload non funziona sulle versioni dei sistemi operativi a 64 bit.

6. Jack

Ora siamo pronti a lavorare veramente. Tutto si trova sotto Applicazioni → Audio e Video: prima di tutto lanciamo Jack Control e premiamo su “Setup”. Con i parametri che vedete in figura a me funziona molto bene, ma siete liberi di provarne altri. Un consiglio: per questo e gli altri programmi impostate sempre la frequenza a 44100 se volete realizzare solo musica, ma se dovete realizzare cose che andranno sincronizzate a del video per finire in un DVD, usate in questo e in tutti gli altri programmi 48000.

N.B.: le schermate qui sotto sono relative al mio sistema, ma per voi potrebbero essere estremamente diverse. Non dovete copiare pari pari le impostazioni e poi andare subito sul forum di Ubuntu a chiedere perché non va. Dovete prima leggere tutto questo paragrafo, capire come funziona Jack e adattarlo alla vostra configurazione.

Schermata-JACK Audio Connection Kit [(default)] Started.
Schermata-Setup - JACK Audio Connection Kit

Jack è il cuore di tutto il sistema. Vi permette di sincronizzare tutte le applicazioni e di fare da super patch-bay. Mi spiego meglio: su Windows in genere avete una suite commerciale costosissima che fa tutto (Acid, Cubase, Sonar, eccetera). Un progetto lo fate con una o con un’altra suite; non è semplice se non impossibile trasportare un progetto da una suite all’altra. Questo all’inizio sembra una buona cosa – appare tutto più semplice – ma in realtà è molto limitante: ci si fossilizza sul modus operandi di una sola suite (quella che si è comprata svenandosi) e quindi capita spesso che si senta subito se un musicista usa questo o quel programma. L’unica libertà è costituita dai plugin (i VST). Con Linux invece abbiamo tanti programmi che si occupano di tante cose diverse. Rosegarden per il MIDI, Ardour per la musica, Hydrogen per la drum machine, eccetera, tutto sincronizzato da Jack. Ma se ci piace usare MusE invece di Rosegarden, nessun problema. Diciamo a tutti i software di usare Jack come clock, e premendo “Play” in un’applicazione a caso, tutte le altre partiranno in sincrono.
Jack è anche un’enorme patch-bay. Immaginate di avere uno studio di registrazione audio professionale: avrete decine e decine di strumenti, apparecchi, mixer, effetti, eccetera. Diventereste pazzi a collegare ogni volta tutti i cavi: molto meglio collegare tutti gli strumenti e gli effetti a un unico apparecchio, che istruirete con varie configurazioni. Questo apparecchio, addetto a collegare “tutto con tutto” secondo varie configurazioni, viene comunemente chiamato “patch bay” e Jack svolge questa funzione: collega l’uscita di un software all’entrata di un altro, dirotta un effetto da un software all’altro, dal microfono a un’applicazione, dall’uscita del mixer di un software alle casse o a un’altra applicazione, eccetera. Lo potete gestire direttamente dall’interno di Ardour. Più avanti vedremo qualche esempio pratico.

Premendo su “Options” comunque potete smanettare con le opzioni. Fondamentalmente dovete agire su questi parametri:
Driver – Nel caso abbiate una scheda esterna lo imposterete sul driver della scheda esterna. In tutti gli altri casi va impostato su “ALSA“.
Realtime – Va selezionato solo se usate il kernel RT. Su maverick (Ubuntu 10.10) si può selezionare anche se non c’è il kernel RT.
No memory lock – Conviene selezionarlo. Deselezionatelo solo se avete problemi.
Soft mode – Questo parametro vi permette di lasciar funzionare jack anche dopo troppi xrun (“battiti” persi, sintomo che il sistema non funziona, fonte di disturbi e interruzioni nell’audio). Conviene deselezionarlo, perlomeno quando registrate.
Monitor – Se lo selezionate, vi crea come ingresso anche due porte “alsa pcm monitor”. Serve per registrare tutto quello che sentite, in sostanza. Io ne faccio a meno perché una porta in più così mi fa solo confusione e preferisco avere un controllo chiaro di cosa entra nella scheda sonora e cosa ne esce con alsamixer, e basta.
Force 16bit – Da selezionare solo se la vostra scheda non supporta alcun altro bitrate. In generale lasciatelo deselezionato, e selezionatelo solo se riscontrate problemi.
H/W Monitor – Questo va sempre selezionato, perché è un’ottima funzione che però c’è solo in poche schede audio. Se la vostra scheda audio non la supporta, semplicemente non la userà. Quindi tanto vale lasciarlo selezionato.
H/W Meter – Come sopra
Verbose messages – Conviene selezionarlo, così Jack vi dà più spiegazioni quando qualcosa va storto.
MIDI driver – Va messo su “seq“, tranne rarissimi casi di alcune tastiere MIDI che richiedono “raw” per essere riconosciute.
Priority – Su “default” va benone. Se però utilizzate alcuni “tweak” con il kernel RT per migliorare le prestazioni (vedi Appendice E) questo parametro lo potete variare.
Frames/Period – Questo è il parametro più importante. Cominciate con i valori più alte, fate partire e (sempre se parte, altrimenti cercate di risolvere il problema smanettando con altri parametri) poi mettete valori sempre più bassi, finché non comincerete a vedere gli xrun (i numerini verdi sotto “Started” diventano rossi e da zero cominciano a salire). Fermatelo, aumentate il valore e riavviate Jack finché non avrete più xrun (perlomeno finché non li avrete troppo frequenti: diciamo che uno ogni quarto d’ora ci può anche stare). Potete vedere la latenza di Jack crescere e decrescere in basso a destra nella finestra delle opzioni a seconda di quanto variate questo parametro. In genere su una buona scheda e un buon sistema si assesta sui 128 o 256. Su schede scarse (tutte quelle integrate per esempio) o sistemi poco performanti (dal Pentium 4 compreso o Duron in giù) o mal supportati si va sui 1024 o 2048. All’inizio per essere sicuri cominciate con 2048. Poi se tutto funziona andate su 1024, eccetera finché non dà troppi xrun.
Sample rate – 44100 se lavorate per un CD. 48000 se lavorate per fare la usica di un DVD. Comunque sia, anche se vi sbagliate, poi se usate Ardour potete esportare tutto con la frequenza che vi serve.
Periods/Buffer – Qui dipende dalla vostra scheda sonora. Selezionate il più basso possibile che fa partire jack. In genere è 2.
Dither – “None” migliora le prestazioni, e non ho mai riscontrato alcun miglioramento della qualità dell’audio impostando questo parametro diversamente. Probabilmente dipende dalla scheda sonora.
Audio – “Duplex” è fondamentale, altrimenti non riuscite a registrare mentre ascoltate. Ovviamente c’è il caso che abbiate una scheda sonora così scarsa che non supporta il duplex, nel qual caso il consiglio è di buttarla via immediatamente e comprare qualcosa di decente.
Interface – Se avete più di una scheda, è il parametro che vi permette di scegliere quale scheda sonora deve usare Jack: premete “>” (di fianco a “Interface”, sulla destra) e selezionate la scheda sonora giusta, quella che volete far usare a Jack. Per visualizzare “Interface” dovete mettere su “Default” sia “Input Device” che “Output device”.

alllllll

Gli altri parametri sono ininfluenti.

Nelle opzioni, andate anche su “Misc” e selezionate:
– Start JACK audio server on application startup
– Enable system tray icon
– Start minimized to system tray
– Save JACK audio server configuration
– Enable ALSA sequencer support

7. Soundfont in QSynth

Vediamo come simulare un’intera stazione musicale, un’orchestra in pratica, una di quelle cose che si attaccano al PC per fare i suoni (in genere è un apparecchietto come questo o anche una tastiera-sintetizzatore) e gli effetti su questi suoni, da usare con qualsiasi software come macchina MIDI. Anzi: tutte le orchestre che vogliamo, contemporaneamente.

7.1 – Configurazione

Lanciamo QSynth e premiamo su “Setup”. La prima cosa da fare è dirgli dove sono i soundfonts. Li trovate tutti sotto /usr/share/sounds/sf2/
Potete mettere anche una lunga lista, lui userà solo il primo della lista. Ho però notato alcuni comportamenti bizzarri in alcune versioni di QSynth, quindi vi consiglio di lasciare sempre solo una riga:

qsynthconfig1

Spostandoci negli altri settaggi avremo questa configurazione (occhio alla frequenza nel caso del video):
qsynthconfig2
qsynthconfig3

7.2 – Lanciare più istanze di QSynth

Qsynth vi permette di avere più banchi di suoni contemporaneamente, come se aveste tante tastiere synth, o tante macchine MIDI a vostra disposizione, quante ne volete (memoria permettendo).

Per far questo:

– premete il tastino verde “+” a sinistra in basso
– vi si apre la finestra delle opzioni, premete su “Soundfonts”
– caricate i soundfonts che volete.

004

Potete aggiungere quante istanze volete, ma occhio alla memoria del PC. Più avanti (paragrafo 13.3) vedremo come usarle in Rosegarden.

8. Soundfont in Timidity

Timidity fa finta di essere un modulo sonoro, come QSynth con i soundfonts, è più ostico da configurare (bisogna cambiare a mano un file di testo) e spesso ha molta più latenza di QSynth. Fondamentalmente, è una chiavica di software. Quindi perché usarlo? Semplice: in sistemi con una CPU lenta e una scheda sonora ridicola, smanettando nel file di configurazione di Timidity è possibile disabilitare molte funzioni e rendere il MIDI – seppur di scarsa qualità – udibile anche su quei sistemi. È l’equivalente del “Microsoft GS Wavetable”, quella cosa che su Windows vi fa sentire i MIDI (in maniera oscena) anche senza configurare nulla, ma che non potete cambiare (l’unico modo di avere dei suoni più belli su Win è quello di comprare un modulo VST, tipo l’Edirol HyperCanvas, e di ascoltare i MIDI file solo attraverso applicazioni che supportino la tecnologia VST).
Timidity quindi è la migliore soluzione per chi non vuole registrare, per chi usa l’audio solo per ascoltare file midi o per fare del karaoke, e ha un computer scarso.

Vi conviene tenere tutto: Timidity, QSynth con certi soundfont e la wavetable (se la vostra scheda sonora la supporta) con altri soundfont. In questo modo potete sempre scegliere l’uscita che volete, in qualsiasi programma che supporti il MIDI. Basta andare nelle impostazioni (da qualche parte ci sono sempre nei programmi che usano il MIDI) e dire quale macchina MIDI vogliamo usare. In alcuni programmi come Rosegarden (cioè nei sequencer MIDI) è possibile scegliere per ogni traccia quale macchina MIDI (QSynth, la wavetable, Timidity, un’eventuale tastiera collegata alla presa MIDI esterna…) e quale strumento di questa macchina usare.

Per installare Timidity basta il solito:

sudo apt-get install timidity

Vi installa anche “freepats”, che sono in pratica dei soundfont, purtroppo orribili: cambiamoli. Per far questo apriamo il file timidity.cfg:

sudo gedit /etc/timidity/timidity.cfg

Commentate la riga “source /etc/timidity/freepats.cfg” e aggiungete il path e il nome dei soundfont che volete usare, in modo che alla fine, per esempio coi nostri soundfonts PersonalCopy, la parte finale diventi:

# Disabling some of the Midi Controls can help with the CPU usage a lot.
# The same goes to the VLPF, sample anti-aliasing and effects such as
# reverb and chorus
# By default, try to use the instrument patches from freepats:
#source /etc/timidity/freepats.cfg
soundfont /usr/share/sounds/sf2/PC51f.sf2

Ovviamente cambiate PC51f.sf2 con il soundfont che vi piace di più, fra quelli che abbiamo visto prima. Ma attenzione: più è grande il soundfont, più Timidity su PC scarsi gracchierà e andrà lento o veloce senza rispettare il tempo della canzone.

Salvate, e poi riavviate Timidity:

sudo /etc/init.d/timidity restart

Su Karmic è possibile che vi dia un errore e che non ritorni alla console: niente paura, basta premere CTRL+C e tutto funziona. A questo punto ascoltate la canzoncina con i nuovi suoni. Per ascoltare potete usare un qualsiasi player MIDI (vedi l’Appendice A), dicendo al player di usare Timidity come device MIDI.

Infine, vediamo di cambiare Timidity per le CPU o le schede sonore poco efficienti. Se sentite rallentamenti o rumoracci durante la riproduzione, riaprite il file di prima:

sudo gedit /etc/timidity/timidity.cfg

Vedete che c’è una sezione di cose da attivare se avete una CPU scarsa. Il campionamento, gli effetti, eccetera. Provate a disabilitare qualcosa (togliete il “#” alla riga), salvate il file e riavviate Timidity:

sudo /etc/init.d/timidity restart

(premendo sempre Ctrl+C se non esce)
Ascoltate e decidete se il rapporto fra qualità ed efficienza è buono. Se non lo è, disabilitate qualcos’altro, e via dicendo.

Un altro trucco è quello di avviare Timidity con priorità alta. Quando funziona – e lo fa raramente – fa andare tutto liscio, ma le probabilità che il sistema si impalli completamente e vi vada addirittura tutto in freeze sono parecchio alte. Quindi occhio!
Per la cronaca – e solo per la cronaca! – potete aumentare la priorità di Timidity in questo modo:

Chiudete più programmi possibili, compreso il player MIDI. Poi, fermate Timidity:

sudo /etc/init.d/timidity stop

Quindi riavviatelo con priorità altissima:

timidity --realtime-priority=70 -iAD -B2,8 -Os1l -s 44100

Riaprite il player MIDI e incrociate le dita.

Per ritornare sui vostri passi, chiudete il player e terminate timidity:

killall timidity

Riavviate il vecchio Timidity così:

sudo /etc/init.d/timidity start

E premete sempre Ctrl+C nel caso che vi dia errore e non esca dallo start.

9. Gli effetti LADSPA

Se usate Ardour (registratore audio multitraccia), potete saltare questo passaggio e andare direttamente al punto 10. Ardour vi permette di aggiungere gli effetti in cascata, prima o dopo il fader di ogni traccia.

Se non usate Ardour e volete fare tutto con Rosegarden, che comunque ha una primitiva gestione dell’audio, allora vorrete registrare qualche effetto, sulla voce per esempio, o sulla chitarra.
Viene quindi in nostro aiuto Jack Rack. È molto intuitivo e funziona proprio come un vero rack multieffetto. Un ottimo settaggio per una chitarra elettrica è, per esempio:
(li trovate premendo “Aggiungi” in Jack Rack)
– Amplitude → Dynamics → Compressors → C* Compress
– Simulators → C* AmpVTS
– Simulators → C* CabinetII
– Simulators → Reverbs → C* Plate

Schermata-JACK Rack (13935)

Per collegare questi effetti a Rosegarden o agli altri programmi, useremo Jack. Farò un esempio più avanti, al punto 11. Ma prima carichiamo gli altri programmi.

10. dssi-vst

I VST sono plugin, molti dei quali free, pensati per Windows ma molto compatibili con Linux grazie a wine. Ce ne sono di splendidi, che suonano benissimo. Su Linux ci sono gli equivalenti, detti “LADSPA” come abbiamo visto sopra, che sono anche superiori ai VST ma che soffrono del terribile difetto di essere completamente sprovvisti di preset. E andare a configurare a mano TUTTI gli effetti, per quanto dovrebbe essere il compito di un vero tecnico audio, è per il principiante un compito allucinante e mostruoso. Se si è abituati coi VST di Windows perciò, o se ne abbiamo comprato qualcuno molto costoso come AmpliTube o Guitar Rig, possiamo comunque usarlo su Linux.

Una volta installato, dssi-vst vi permette di cliccare col tasto su un VST (in genere ha estensione .dll) e di farlo partire perfettamente funzionante dentro a Jack.

Se non avete Ubuntu 10.10 (Maverick Meerkat) dovete compilare Ardour con supporto VST oppure usare VSThost (sempre compilandolo). Sono due procedimenti piuttosto complessi e un po’ instabili. Inoltre non funzionano sulle versioni a 64 bit.
Ho lasciato due vecchie guide, una per ogni metodo. Se non avete Ubuntu 10.10, se avete comunque una versione a 32 bit e volete provare l’ebbrezza di questi due metodi, ecco le guide:
– VSThost
– ArdourVST

Se invece avete Ubuntu 10.10 fate così:

– Se non è ancora installato, fatelo:

sudo apt-get install dssi-vst

– create nella vostra /home una cartella vst (tutto minuscolo) in cui terrete tutti i VST
– installate i vari VST sul vostro sistema. Occorre saper usare un po’ wine, ovviamente. Alcuni VST peraltro non vanno neanche installati; basta copiare una .dll nella cartella in cui terrete tutti i VST. Quando invece installate i VST dal programma di setup, a un certo punto vi chiede dove tenete i plugin, e voi dovete indicargli quella cartella
– Andate su Sistema → Preferenze → Menu principale.
– Cliccate su “Altro” e poi su “Nuova voce”
– Tipo: Applicazione – Nome: VSTHOST – Comando: vsthost %f
– Premete su “Chiudi” e ancora “Chiudi”
– Lanciate Jack, Ardour, Rosegarden e tutto quello che volete
– Navigate dentro la cartella dove tenete tutti i VST e individuate il file .dll del VST che volete lanciare.
– Col destro selezionate “Apri con altra applicazione”, deselezionate “Ricordare questa applicazione…” e scegliete VSTHOST dall’elenco.

Il VST dovrebbe partire con la sua bella interfaccia grafica, e comparire tra le entrate e le uscite di Jack, pronto per essere collegato.
È anche possibile richiamare i VST direttamente da Ardour e da Rosegarden, come se fossero un effetto LADSPA normalissimo. Su Ardour però non è possibile selezionare il preset e non si visualizza l’interfaccia grafica. Su Rosegarden invece funzionano perfettamente, ma solo gli effetti: gli strumenti VST mandano in crash il sistema.

Questa è la fine della parte 2 della guida su come produrre musica con Linux, restate sintonizzati per i prossimi 2 episodi.
E grazie ancora una volta a Stefano Draghetti per questa guida.

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